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Museo Teatro del Paesaggio

Museo Teatro del Paesaggio - Magliano Alfieri (CN)

Museo Teatro del Paesaggio delle colline di Langhe e Roero - Magliano Alfieri (CN)

Magliano Alfieri è un belvedere naturale che si affaccia su un mare di colline...
Con questa evocativa frase l'attore Roberto Citran accoglie ed introduce il visitatore alla visita di questo museo interattivo e multimediale che dal 2015 raccoglie e illustra, tra le sale del Castello di Magliano Alfieri, i Paesaggi delle colline di Langhe e Roero...

Non un semplice museo etnografico ma un racconto di come il nostro territorio collinare e fluviale sia cambiato nel tempo.
Diverse le aree tematiche: la memoria, le colline, il fiume Tanaro, la vita contadina, la vite, il ruolo di Antonio Adriano e del Gruppo Spontaneo di Magliano Alfieri.

La memoria e le colline...
Oggi i Paesaggi di Langhe e Roero paiono ai nostri occhi un'armoniosa distesa di colline disegnate dalla regolare geometria di vigneti intervallati a frutteti e macchie boschive...
Ma un tempo non era così...
Un tempo era un territorio complesso, caratterizzato da una natura selvaggia e selvatica ben descritta nelle pagine dei suoi più famosi scrittori: Pavese e Fenoglio...

In altri tempi si diceva la collina come avremmo detto il mare o la boscaglia.
Ci tornavo la sera, dalla città che si oscurava, e per me non era un luogo tra gli altri, ma un aspetto delle cose, un modo di vivere.
Per esempio, non vedevo differenza tra quelle colline e queste antiche dove giocai bambino e adesso vivo: sempre un terreno accidentato e serpeggiante, coltivato e selvatico, sempre strade, cascine e burroni.
Ci salivo la sera come se anch’io fuggissi il soprassalto notturno degli allarmi, e le strade formicolavano di gente, povera gente che sfollava a dormire magari nei prati, portandosi il materasso sulla bicicletta o sulle spalle, vociando e discutendo, indocile, credula e divertita.
(Cesare Pavese)

Un territorio aspro e difficile che negli anni ha subito una radicale trasformazione grazie agli eventi geologici e al lavoro degli uomini. Gli operosi contadini sono i veri protagonisti e attori della trasformazione di queste terre perchè "senza la gente, le Langhe sono un palcoscenico meraviglioso ma spento" (Nuto Revelli - Il mondo dei vinti).
A questo proposito nella seconda sala possiamo osservare ed ascoltare una serie di interviste a uomini e donne di Langhe e Roero...Perchè incontrando gente, conoscendo la gente, ascoltando la gente imparo a leggere il paesaggio delle Langhe (Nuto Revelli - Il mondo dei vinti).
Attraverso la voce degli anziani conosceremo la storia geologica di Langhe e Roero, i segreti dell'allevamento dei bachi da seta, la vita in campagna tra ristrettezze, fatica e povertà, la nascita degli allevamenti di bovini e ovini e dei primi frutteti, l'abbandono della campagna per un lavoro sicuro in città e l'avvio della coltivazione della vite che ha segnato in maniera indelebile la trasformazione della vita dei contadini e del paesaggio delle colline di Langa e Roero.
La coltivazione della vite infatti trasformò il paesaggio da una distesa di boschi ad una fitta ragnatela di filari come vediamo oggi.

Il fiume Tanaro...
Il fiume Tanaro è la linea di confine che separa le dolci colline delle Langhe (poste alla sua destra) dalle impervie colline del Roero (poste alla sua sinistra). Il Tanaro è il secondo fiume per lunghezza del Piemonte dopo il Po del quale è anche affluente di destra.
Il Tanaro...
Un fiume che oggi, di tanto in tanto, crea paura e ansia nell'uomo che nel tempo ha deciso di sfidarlo deviandone il corso e costruendo case accanto al suo letto normalmente sornione ma talvolta impetuoso...
Ma un tempo non era così...
L'uomo viveva in sintonia con la natura che amava, rispettava e temeva. Non costruiva abitazioni vicino al fiume, sicchè durante le piene le acque si allargavano più o meno impetuosamente sui terreni che lo circondavano senza arrecare danni all'uomo. C'erano pochissimi ponti e per attraversare il fiume era necessario  far ricorso ai barconi (1) magistralmente condotti da abili traghettatori. La zona del Tanaro era la patria naturale di uccelli, anfibi che ancora oggi possiamo ammirare percorrendo l'Oasi dei Canapali. Qui possiamo ammirare aironi, anatre, ranocchi e molti altri volatili, anfibi e insetti che potremo imparare a conoscere proprio nella sala riservata all'Oasi dei Canapali (2)....In questo ampio spazio possiamo scoprire vari aspetti della vita del fiume Tanaro: la pesca con il navet piccola imbarcazione, le merende e bagni estivi, il bucato e la coltivazione della canapa (3).

Il fiume Tanaro

La vita contadina...
Impareremo a conoscere la cascina, l'umile abitazione dei contadini che costruita con i materiali offerti dal territorio (argilla, pietre di fiume e legno) e spesso isolata tra i campi e le vigne rappresentava il centro della vta sociale ed economica (4). E tutto intorno gli attrezzi della vita quotidiana utili per il lavoro nei campi, le attività in cucina, l'arredo delle camere da letto e gli strumenti musicali che rallegravano e cadenzavano il ritmo delle feste popolari sacre e profane come le veglie primaverili, i Micun di Belvedere, l'orso di Magliano (5 - 6)...
Interessante la ricostruzione di una chiesetta di campagna con facciata romanica (come le tante che possiamo incontrare nel nostro peregrinare per le stradine tra le colline di Langhe e Roero) e la casa grotta, povere abitazioni roerine e astigiane dove vivevano insieme uomini ed animali (7).

La vita contadina

La vite...
La vite e la vigna: la coltivazione che cambiò in modo decisivo il paesaggio e la vita dei contadini.
Con l'impianto della vite e delle prime vigne il paesaggio si trasformò da una fitta distesa di boschi in una complessa ragnatela di filari.
Attraverso le parole di un vignaiuolo di Langa scopriremo la fatica della vita in campagna, le tribolazioni degli anni della malora quando gravi malattie come oidio, peronospera e fillosssera colpirono gravemente le coltivazioni dei vignerti riducendo i contidini in estrema povertà.
Fu la geniale idea di innestare le viti auctoctone su piede americano a consertire ai nostri contadini di salvare i vigneti dal flagello della fillossera.
Ed infine negli anni '60, nonostante la progressiva meccanizzazione dei lavori nei campi, si assisttette all'abbandono da parte dei giovani delle campagne a favore di un lavoro sicuro e una paga certa nelle grandi industri dei centri urbani.

Casa grotta

Antonio Adriano a il Gruppo Spontaneo di Magliano Alfieri...
Torniamo con la mente al 1960...E' un periodo di cambiamenti, è il boom economico...I giovani abitanti della campagna stufi delle ristrettezze e della fatica della semplice vita contadina abbandonano le campagne attratti da un più reddittizio (ma non meno faticoso) lavoro nelle molte fabbriche prossime alle città. Molti si trasferiscono a Torino...
Antonio Adriano, cittadino maglianese, contadino studioso e libero pensatore capace di viaggiare con la mente nel tempo, capisce che lo spopolamento progressivo delle campagne porterà seco inevitabilmnete una perdita delle tradizioni e delle origini della vita contadina.
La cultura industriale avrebbe spazzato via la cultura contadina cancellandola per sempre.
Ma cancellare significa dimenticare chi siamo stati e conseguentemente perdere ogni punto di riferimento. Aiutato dai coetanei e amici maglianesi fonda il Gruppo Spontaneo Maglianese...Un gruppo di giovani coraggiosi che decidono di recuperare gli oggetti del tempo passato e attraverso l'uso di magnatofoni e nastri di registrazione le testimonianze degli anziani, i canti e le tradizioni popolari con l'intento di conservare e tramandare alle generazioni future la memoria dei tempi passati.
In questo modo sono giunti fino a noi ed esposte in questo museo la cultura contadina da ammirare e conoscere non con un rimpianto dei tempi che non torneranno più ma come identità di un vivere passato che in ogni attimo ci ricordano da dove siamo arrivati e ci fanno aprrezzare e riflettere ciò che abbiamo oggi.

Museo Teatro del Paesaggio
Castello di Magliano Alfieri (CN)